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Il salto nel pattinaggio artistico

Il salto nel pattinaggio artistico rappresenta di sicuro una della fasi e dei momenti più emozionanti e spettacolari. Soprattutto grazie alla capacità dei pattinatori di evolversi e di realizzare salti dall’esecuzione sempre più difficile. Nello specifico il salto si combina ad un movimento di rotazione del corpo sul proprio asse longitudinale ed il numero di giri che l’atleta è in grado di compiere durante il salto è un importante elemento di valutazione. Ciò spinge i pattinatori di ogni nazione ad allenarsi per migliorare tale capacità e realizzare sempre più salti tripli e quadrupli (ossia rispettivamente con 3 e 4 rotazioni).

Quadruplo Salchow

Ma quali sono gli elementi che determinano la riuscita e l’efficacia di un salto nel pattinaggio artistico sul ghiaccio? Per rispondere a questa domanda utilizziamo le informazioni che la scienza ci mette a disposizione e che troviamo in questa Review: “King, D.L. (2005). Performing triple and quadruple figure skating jumps: Implications for training. Can. J. Appl. Physiol. 30(6): 743-753. © 2005 Canadian Society for Exercise Physiology” .

La meccanica di base dietro il salto di un pattinatore

Oltre ai fattori tecnici senz’altro essenziali, ci sono alcuni parametri biomeccanici che è necessario rispettare per la riuscita di un salto. Un pattinatore deve in primis essere in grado di saper bilanciare la velocità di rotazione del suo corpo con il tempo trascorso in aria per ottenere un salto ben eseguito. Infatti, maggiore sarà la durata del salto e maggiore sarà il numero delle rotazioni che l’atleta potrà compiere prima di atterrare. Di conseguenza una riduzione della velocità di stacco può influire sul tempo di volo e quindi sul numero di rotazioni che si possono effettuare. È possibile assumere in maniera indicativa che sia necessario un tempo di 0,2 secondi per compiere una rotazione completa. (tempo abbastanza realistico per tutti i pattinatori). Di conseguenza sarebbero necessari:

  • 0,4 s per un salto doppio
  • 0,6 s per un salto triplo
  • 0,8 s per un salto quadruplo

La durata del tempo di volo può essere influenzata anche da una altezza di atterraggio più bassa rispetto a quella di stacco. Ciò può far guadagnare al pattinatore pochi centesimi di secondo in grado di consentirgli dai 10 ai 20 gradi di rotazione, essenziali per completare correttamente un salto.

La velocità verticale al momento dello stacco

La velocità di stacco è la velocità posseduta dal pattinatore al momento del distacco dei pattini dal ghiaccio. Durante il salto il corpo si sposta sia lungo una direzione verticale che orizzontale, per cui diventa importante analizzare la velocità come un vettore e quindi oltre al suo valore è necessario considerarne la direzione ed il verso.

Viene considerato il baricentro come punto che meglio rappresenta il moto di tutto il corpo

La freccia rossa rappresenta il vettore velocità, ossia la retta tangente alla traiettoria del punto considerato (centro di massa). Agendo con un certo angolo (α) rispetto alla superficie del ghiaccio essa viene scomposta in due componenti:

Verticale: Freccia verde (responsabile dello spostamento verso l’alto)

Orizzontale: Freccia blu (responsabile dello spostamento orizzontale o Gittata)

Mentre la velocità verticale necessaria per raggiungere una certa altezza è la stessa per tutti i pattinatori, la forza che quest’ultimo deve applicare dipende dalla sua massa oltre che dal tempo di applicazione della forza. Maggiore sarà la massa del pattinatore e maggiore dovrà essere la forza e/o il tempo di applicazione della stessa. E’ interessante notare come la velocità verticale non influenza il numero di rotazioni tra pattinatori dello stesso gruppo:

Se consideriamo invece la velocità verticale per gli stessi salti tra pattinatori di livello differente, osserviamo che quelli di livello più alto sono in grado di generare velocità verticali significativamente più alte:

La velocità angolare lungo l’asse di rotazione del corpo.

Essa esprime il rapporto tra la rotazione del corpo lungo il proprio asse ed il tempo impiegato ad eseguirla. La velocità angolare dipende sia dal momento angolare allo stacco, sia dal momento di inerzia durante la fase di volo.

Asse di rotazione

Il momento angolare e di inerzia

il Momento angolare (Torque, H), esprime il prodotto tra il modulo della forza e la lunghezza del braccio di leva (distanza tra il centro di rotazione ed il punto di applicazione della forza). Generalmente il moto rotazionale di un corpo resta costante finché non agisce su di esso una forza esterna in grado di modificarne lo stato (in accordo con la Prima legge di Newton). Così il pattinatore deve generare il momento angolare necessario finché è sul ghiaccio e durante la fase di stacco. Il momento angolare sull’asse longitudinale attraverso Il COM (centro di massa) del pattinatore gli permette di completare le rivoluzioni richieste in aria durante il salto.

Il movimento delle braccia e della gamba libera produce una forza orizzontale che agisce sulla lama della gamba di stacco. Questa forza generata dal pattinatore causa un momento esterno che genera il momento angolare (Torque, T) che fa ruotare il pattinatore lungo il suo asse longitudinale.

Il momento di inerzia invece è una grandezza che esprime la tendenza di un corpo ad opporsi al moto rotazionale. Esso dipende dalla massa del corpo e da come questa è distribuita. (Più la massa è lontana dal centro di rotazione maggiore sarà la sua inerzia)

Durante la fase di stacco il pattinatore ha bisogno di generare un elevato momento angolare e per ottenerlo può allargare le braccia per massimizzare il momento di inerzia. Al contrario durante la fase di volo per mantenere elevata la velocità di rotazione (conservare il momento angolare acquisito precedentemente), deve avvicinare tutte le parti del corpo all’asse di rotazione per ridurre il momento di inerzia. All’atterraggio dovrà nuovamente aumentare il momento di inerzia per ridurre la velocità angolare portando le braccia e la gamba libera verso l’esterno.

Una volta in volo il compito del pattinatore sarà quello di conservare il movimento rotazionale al fine di completare le rivoluzione desiderate per eseguire correttamente il salto. Durante questa fase le forze che possono influenzare la rotazione del corpo sono: la resistenza aerodinamica (trascurabile) e la forza peso. Tale forza è sempre diretta verticalmente verso il basso, per cui se l’asse di rotazione del pattinatore è perfettamente verticale (posizione corretta), la forza peso non influisce minimamente sul momento angolare. Se invece l’asse di rotazione presenta un certo grado di inclinazione, la forza peso agisce sul momento angolare determinando una rotazione dell’asse stesso con una riduzione della velocità di rotazione ed uno sbilanciamento del salto difficilmente recuperabile.

Asse di rotazione verticale
Asse di rotazione obliquo

Considerazioni per l’allenamento

Negli anni i pattinatori hanno incrementato il livello delle difficoltà tecniche dei loro programmi. Questi miglioramenti si sono ottenuti anche mediante programmi di condizionamento fisico che hanno visto crescere l’importanza dell’allenamento del “core” e della forza della parte alta del corpo. Per la genesi di velocità verticale, l’estensione dell’arto inferiore che stacca è un elemento fondamentale e comunque in molti salti entrambe le gambe contribuiscono a generare spinta anche se il loro movimento è asimmetrico. In tutti i salti studiati il contromovimento fa parte della tecnica di salto e quindi l’uso del ciclo stiramento-accorciamento in fase di stacco necessita l’implementazione di programmi di allenamento pliometrici. In alcuni salti anche le braccia ricoprono un ruolo importante nella fase di stacco, ma principalmente esse sono coinvolte nella componente rotazionale del salto.

Tratto da: “King, D.L. (2005). Performing triple and quadruple figure skating jumps: Implications for training. Can. J. Appl. Physiol. 30(6): 743-753. © 2005 Canadian Society for Exercise Physiology”

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